L'urbanizzazione della zona, formalizzata già nel Piano regolatore del 1931 prevedeva di proseguire, nella destinazione industriale dei terreni a sud di Roma compresi nelle due anse del Tevere fra Testaccio e la Magliana, la linea di sviluppo urbano già identificata e avviata dallo Stato Pontificio, e particolarmente da papa Pio IX. Dopo l'Unità d'Italia si stabilirono così in riva destra del Tevere i grandi stabilimenti Mira Lanza, Molini Biondi, Società anonima Oliere, favoriti dalla vicinanza della ferrovia e del Tevere. Gli impianti furono tutti dismessi tra gli anni 50 e i primi 60, lasciando terreni e lo spazio per un'edilizia residenziale intensiva, che creò grandi sfide per il risanamento urbanistico.
L'abitato moderno si sviluppa lungo l'asse stradale di viale Guglielmo Marconi e lungo l'asse secondario di via Quirino Majorana (cosiddetto Nuovo Trastevere).
Benché l'urbanizzazione moderna non lo lasci neppure sospettare, la zona fu abitata fin dall'epoca romana, sia come area agricola, che come scalo fluviale, che come sede della via Campana con adiacenti aree sepolcrali, e presenta quindi vari siti di interesse storico ed archeologico.
La zona è collegata e definita tramite il ponte dell'Industria e il ponte Guglielmo Marconi ed il ponte Bianco.
Al giorno d'oggi Viale Guglielmo Marconi è una delle strade più indicate per lo shopping e la movida serale, la notevole concentrazione di attività commerciali la rende zona indiscutibilmente attraente per famiglie giovani e moderne, la vicinanza a grandi arterie stradali quali la colombo e la via del mare oltre alla vicinanza del via dotto della roma-fiumicino la rendono facilmente raggiungibile e comoda. La presenza del lungotevere e della sua pista ciclabile ne fanno luogo idoneo per lo sport e le passeggiate verso il centro storico della Capitale.